Un cane libero è sempre da salvare?
Quando si parla di cani liberi sul territorio si rischia di non fare distinzioni, commettendo l’errore di pensare che tutti questi cani appartengano a un un’unica tipologia.
Bisogna, invece, suddividere le tipologie di cani che vivono sul nostro territorio per poi poter analizzare correttamente la situazione.
- cani padronali o di proprietà: si tratta di tutti quegli animali che sono domestici e che, secondo diverse modalità e necessità, sono seguiti dall’uomo, sia che si tratti di cani tenuti per ragioni affettive che per varie utilità. In questa categoria rientrano tutti i cani che vivono in una casa insieme al loro compagno umano;
- cani semi padronali vaganti: a questa categoria appartengono tutti i cani, compresi quelli non iscritti all’anagrafe canina (e quindi non riferibili a un proprietario), che possono avere un proprietario ma che, comunque, hanno qualcuno che garantisce loro cibo e riparo. Spesso sono cani da lavoro che vengono lasciati liberi, specie quando non sono più in grado di svolgere la loro mansione. In alcuni casi questi animali “liberi” diventano “cani di quartiere”, accuditi da tutti gli abitanti di una zona della città o del paese;
- cani randagi: sono animali che non hanno vincoli e rapporti con gli umani e che vagano sul territorio cercando cibo e riparo. Possono essere vittime di abbandoni oppure sono il frutto di riproduzioni riferibili anche un gruppo sociale già strutturato, il branco. In questa categoria vanno inseriti anche i cani semi ferali e ferali che non amano vivere vicino all’uomo, tanto da temerlo essendo cani che hanno fatto in modo autonomo il percorso inverso, senza poterlo compiere interamente, che ha portato alla domesticazione molte migliaia di anni addietro.
Analizzando queste diverse tipologie possiamo affermare che ognuna ha esigenze specifiche differenti. Ma quanto l’essere umano è in grado di comprendere queste differenze? Siamo così sicuri che ogni cane abbia bisogno di un proprietario, di una casa e di un divano per essere felice?
La risposta è molto articolata e complessa, ma la sintesi del ragionamento porta alla negazione di questi bisogni per vari e diversi motivi.
Immaginiamo un cane ferale (selvatico), che viene attirato con del cibo, preso in trappola e magari portato in canile, dove dopo un periodo, nonostante non sia realmente un cane domestico, venga dato in adozione a una famiglia. Quel cane molto difficilmente potrà condurre un’esistenza serena in una casa, arrivando a sviluppare vere e proprie fobie.
Per questo diventa fondamentale capire se il soggetto che abbiamo di fronte abbia la capacità di vivere in un determinato contesto oppure no. Per poterlo fare abbiamo bisogno di compiere valutazioni comportamentali che consentano di comprendere se possa essere un cane adatto a una vita in un contesto familiare, domestico. Quando vediamo un cane libero, prima di intervenire, dovremmo imparare, quindi, a osservare e fare qualche riflessione: il cane è in pericolo di vita? Vorrei dargli da mangiare ma non è magro né sembra denutrito e quindi probabilmente non è necessario, ma anzi potrebbe rivelarsi dannoso. Se vedo un cane libero sul territorio, prima di pensare che sia stato abbandonato o sia in pericolo, riesco ad avere la pazienza di osservare e capire quale sia la reale situazione? Posso chiedere in giro se è stato già visto o è accudito da qualcuno?
Le domande da farsi sono tante e le risposte portano a conseguenze molto più complesse di quelle che possano essere analizzate in un articolo.
Per questo l’invito è quello di rivolgersi a chi conosce il territorio, alle associazioni locali e a professionisti che si occupano di questa tematica.
Occorre poi fare un appello ai volontari che con grande passione si occupano di intervenire sugli animali che possono sembrare in difficoltà: studiate, formatevi e non agite emotivamente, solo così potete essere di supporto ai cittadini e alle istituzioni. Solo così la convivenza con i cani liberi sarà più equilibrata, si potranno garantire adozioni più consapevoli e si eviteranno problemi futuri sia alle famiglie sia ai nostri amici a quattro zampe!
Salve sono Fabio farani attivista animalista di zona abito in provincia di Catania a Riposto La mia domanda è questa i cani semi selvatici devono essere anch’essi sterilizzati i quali potrebbero accoppiarsi con i cani randagi e fa rinascere cuccioli a non finire oppure bisogna solo sterilizzare i cani randagi Grazie buona giornata
Buongiorno Fabio, bisognerebbe sterilizzare sia i cani randagi che i cani semi selvatici perchè come dice lei potrebbero accoppiarsi tra loro e far nascere altri cuccioli.
Il problema è che gli organi predetti quali polizia della municipale carabinieri sindaci assessori alle politiche animaliste dottori veterinari aspri pubblici ministeri e collaboratori dei pubblici Ministeri e anche i giudici non fanno niente per fare in modo che questi cani vengano tutelati per come la legge n 15 al benestare del randagismo possa diminuire lo stesso proliferare della Romanticismo e purtroppo i volontari quelli più forti che chiedono aiuto alle istituzioni vengono Di conseguenza perseguitati perennemente e ingiustamente e volutamente affinché abbandoni la prospettiva di fare rispettare i doveri istituzionali Da parte di chi non solo non le osservano Ma non li applicano
va bene
parole giustissime che tutti gli ‘amanti dei cani’ dovrebbero sapere